Si può contribuire al recupero ed al restauro dell’affresco in due modi:
– sostenendo l’associazione con la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF (indicando il CF 97607480015 nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi);
– facendo una “erogazione liberale” a favore dell’organizzazione di volontariato Amici dell’Ordine Mauriziano (in quanto odv) che la destinerà specificatamente al recupero dell’affresco rappresentante l’Ultima Cena nel refettorio dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda. Per queste erogazioni l’associazione rilascerà regolare ricevuta utile al fine della deducibilità fiscale in sede di dichiarazione dei redditi. In questo caso occorre fare un bonifico bancario su Banca Prossima (Cod. IBAN IT42O0335901600100000013125), causale: Staffarda, Ultima Cena.
Vedi le notizie inerenti al progetto in corso:
Sulla parete interna del refettorio, rivolta ad est, si distingue, estesa, la superficie occupata da un affresco, una veduta raffigurante “l’Ultima Cena”, dipinta con toni policromi e certamente attribuibile alla fase storica precedente alle trasformazioni architettoniche del vano (sec. XVI), a seguito della battaglia di Catinat. L’affresco parte da una quota di circa 2 metri e arriva all’apice della parete attualmente visibile e, considerate le dimensioni, probabilmente occupava l’intera parete. Ben si evidenziano tre figure, tra cui il Cristo, e appena si intravvedono le tracce di altri tre apostoli.
Questa rappresentazione risulta elemento decorativo di secondo periodo rispetto la sistemazione anteriore del refettorio e del muro nell’ambiente, occupato evidentemente da una decorazione più in sintonia con la regola cistercense, che è possibile riscontrare in alcuni tratti, dalla presenza di pochi lacerti di intonaco con il disegno, bicolore impresso, che raffigura una tessitura muraria.”
L’importante opera della metà del XV sec., attribuita dalla critica al pittore Turcotto, è progettata su uno schema di ripartizioni orizzontali: la mensa, il loggiato con finimenti architettonici gotici, la disposizione delle vettovaglie su cui s’inserisce lo schema verticale delle figure. I personaggi sembrano assumere posizioni in movimento e la raffigurazione delle parti sottostanti le vesti e i calzari molto probabilmente esprime l’intenzione di rendere una continuità realistica con il contesto. Il dipinto è circoscritto, nei frammenti visibili, da una decorazione a fascia. La policromia usata è abbastanza ricca.
Le modifiche architettoniche effettuate in passato hanno occultato o distrutto gran parte della scena, i cui resti attualmente appaiono visibili nella lunetta dell’arcata creatasi sulla parete; lungo i bordi dell’arcata laterizia che si addossa alla parete sembra intravvedersi ancora qualche traccia dell’intonaco affrescato, non distrutto dalla sovramissione dell’arcata stessa.
Nella parte bassa del registro dipinto, molto più rovinata di quella alta e dove a tratti permangono solo alcuni brani di intonaco, si rileva la presenza di intonaco dipinto chiaramente posto al di sotto dell’Ultima Cena.
I due affreschi che si sovrappongono, manifestano l’appartenenza a periodi storici differenti, evidenziando ancora una volta la ricca presenza, all’interno del monastero, di apparati decorativi sulle pareti dei locali, sino ad oggi sottovalutati sia sul piano documentario che conservativo.
La rappresentazione infatti sembra essere un elemento decorativo di un secondo periodo rispetto alla sistemazione anteriore del refettorio e del muro dell’ambiente, come è possibile riscontrare, in alcuni tratti, dalla presenza di pochi lacerti di intonaco con un disegno bicolore impresso che raffigura una tessitura muraria.
Lo stato attuale di conservazione dei dipinti murali appare notevolmente compromesso, con totale perdita dell’intonaco e quindi anche della pellicola pittorica su oltre il 50% della superficie intonacata. Da tutto ciò emerge evidente la necessità di un immediato intervento, anche se di solo carattere conservativo.
Si evidenzia quindi un grave stato di conservazione e si ritiene che le criticità presenti siano imputabili sia allo stato di completo abbandono per lungo tempo dell’edificio che all’uso improprio dei locali in epoche precedenti.
Necessita allora al più presto di operazioni di consolidamento degli strati di intonaco ai supporti murali e soprattutto di recupero dello strato corticale del dipinto per scongiurare ulteriori crolli e perdite dello strato pittorico.
Si tratta quindi della necessità di un intervento conservativo dell’affresco necessario per permettere una miglior lettura dell’ambiente del refettorio dei monaci che altrimenti si perderebbe per sempre.
Inoltre, l’Associazione AMICI DELLA FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO odv ha ideato, realizzato e gestisce sulla rete internet il progetto “Ultima Cena” (www.ultimacena.com) con mappatura delle rappresentazioni presenti in Italia e all’estero al fine di collegare virtualmente queste opere e di promuoverle creando circuiti di visita. Sul sito internet citato sono già state inserite oltre 100 schede. Da questa mappatura è possibile studiare percorsi tematici che colleghino, per esempio nel cuneese, all’Abbazia di San Dalmazzo di Pedona (Borgo San Dalmazzo) ed alla Casa canonica di Genola (tela raffigurante l’Ultima Cena). Sarà poi possibile allargare tali percorsi anche ad altre province piemontesi ed oltre.
Per raggiungere lo scopo l’Associazione Amici della Fondazione Ordine Mauriziano odv ha individuato un percorso che qui sotto viene documentato:
– 8 maggio 2017 – Richiesta autorizzazione ad intervenire alla Fondazione Ordine Mauriziano, proprietaria dell’Abbazia;
– 16 maggio 2017 – Autorizzazione all’intervento da parte della Fondazione Ordine Mauriziano;
– 23 maggio 2017 – Richiesta autorizzazione ad intervenire alla Soprintendenza;
– 22 giugno 2017 – Richiesta contributo alla Fondazione CRT;
– 10 agosto 2017 – Autorizzazione della Soprintendenza;
– 31 agosto 2017 – Assegnazione contributo da parte della Fondazione CRT.
– 16 novembre 2017, accettazione del contributo da parte dell’Associazione.
In corso d’opera e parallelamente, si intende anche documentare l’operazione attraverso la raccolta di tutti i dati disponibili ed emergenti durante l’intervento di restauro in una pubblicazione da mettere a disposizione della proprietà, della Soprintendenza, di altri enti interessati e della comunità.
L’operazione verrà presentata e proposta al pubblico che visita l’Abbazia attraverso un depliant illustrativo ed alcuni pannelli fotografico-descrittivi da collocare all’interno del chiostro per invitare i visitatori alla visione del refettorio, normalmente poco frequentato e pertanto poco conosciuto.
I presupposti per la realizzazione di quanto sopra sono:
– rilievo e mappatura delle condizioni dell’opera, indagini non distruttive, fissaggio e consolidamento al fine del recupero dell’affresco,
– ricerca, individuazione e documentazione della produzione artistica relativa al tema in questione (Ultima Cena) e del pittore Turcotto,
– progettazione e realizzazione di un opuscolo divulgativo dell’iniziativa per portarla a conoscenza di studiosi, appassionati e studenti, a corredo di una piccola mostra documentaria che presenti la produzione artistica rifacentesi al tema di cui all’affresco oggetto del recupero e del restauro.
Per raggiungere questi obiettivi l’Associazione si sta adoperando per ottenere la necessaria copertura finanziaria grazie al concorso di Enti pubblici e privati (Fondazione CRT), al sostegno dei Centri di Servizio per il Volontariato (Vol.To) ed attivando una raccolta di fondi da soggetti economici e cittadini interessati al recupero dell’opera.
Per la raccolta fondi prospettata verrà richiesto il patrocinio alla Fondazione Ordine Mauriziano ed al Comune di Revello.
Questa presentazione vuol quindi essere anche un punto di partenza per chiedere a chi legge di poter in qualche modo contribuire al recupero.
Si può contribuire in due modi:
– sostenendo l’associazione con la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF (indicando il CF 97607480015 nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi);
– facendo una “erogazione liberale” a favore dell’organizzazione di volontariato Amici dell’Ordine Mauriziano (in quanto odv) che la destinerà specificatamente al recupero dell’affresco rappresentante l’Ultima Cena nel refettorio dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda. Per queste erogazioni l’associazione rilascerà regolare ricevuta utile al fine della deducibilità fiscale in sede di dichiarazione dei redditi. In questo caso occorre fare un bonifico bancario su Banca Prossima (Cod. IBAN IT42O0335901600100000013125), causale: Staffarda, Ultima Cena.
Allegata: completa descrizione dell’intervento: REVELLO, Staffarda, Ultima Cena, 8 marzo 2018
Alfredo Norio – presidente
Feliciano Della Mora – presidente emerito