Profilo storico, a cura di mons. Italo Ruffino.
L’Ordine Ospedaliero di S. Antonio Abate ebbe inizio alla fine del sec. XI come semplice gruppo laicale costituito da alcuni nobili del Delfinato attorno ad uno di loro, certo Gastone, per l’assistenza ai malati di “fuoco sacro“ (ergotismo) che pellegrinavano alle reliquie del Santo eremita giunte dall’Oriente alla Motte – St. Didier, nel territorio dell’antica Metropolitama di Vienne in Francia.
Lo straordinario concorso di fedeli ece ben presto mutare il nome del luogo che si denominò, come oggi ancora, Bourg – St. Antoine (Isère) ed originò il sorgere di numerosi ospedali sotto il titolo del Santo in tutta l’Europa occidentale e centrale e del Nord e persino in transmarinis orientalibusque partibus, come scriveva nel 1534 Aymar Falco, il primo storico dell’Ordine.
Si contano in Francia duecentoventi fondazioni ed almeno centoventi sono accertate in Italia; sessanta nei paesi di lingua tedesca; in Spagna – dove ala metà del ‘200 mirum in modum florebant (Falco) – erano ancora quaranta nel 1727. Gli Antoniani erano giunti in Messico nel 1628, avevano lasciato documenti in Budapest sin dal 1306, ed ebbero pure un ospedale in Palestina, a S. Giovanni d’Acri, dal 1231 alla caduta di questa città (1291) in mano ai musulmani.
Dopo il Gran Maestro del periodo laicale (i primi due secoli), divenuto Dominus Abbas nel 1297 con la erezione della compagine ospedaliera in Ordine canonicale, il primo dignitario dell’Ordine era il parceptor Ranversi cioè il titolare della precettoria di cui si è celebrato da poco l’ottavo centenario; questa casa era la più importante delle precettorie generali attorno alle quali si raggruppavano quasi tutte le minori.
Gli Antoniani dei primi secoli provenivano tutti dalle file della nobiltà (si vedano in Ranverso gli stemmi dei Gran Maestri e degli Abati nel corridoio dell’ultimo piano dell’edificio conventuale); altri vennero poi dalle file della borghesia ma mai dalle classi umili al cui servizio era avvenuta la fondazione.
Due riforme interne (1477 e 1616) segnarono una ripresa dopo un certo rilassamento nelle file dei religiosi; quella del 1616 non fu accettata in alcune nazioni. Negli stati sabaudi venne accolta dalla reggente Maria Cristina soltanto nel 1645 a pesanti condizioni. La parabola discendente della caritatevole istituzione terminò alla fine del 1776: una bolla del gennaio 1777 unì i superstiti religiosi Antoniani ai Cavalieri di Malta. In Francia i beni passarono all’Ordine melitense; in Piemonte all’Ordine Mauriziano: negli archivi magistrali di quest’ultimo si conservano circa 2260 titoli (pergamene, plichi, atti di cause, ecc.) di Torino e Ranverso e di numerose dipendenze.